La pirateria marittima e la Legge Italiana – Aggiornamenti
Pubblicato il Decreto attuativo
Nonostante le vacanze pasquali fossero alle porte e l’attuale situazione politica sia quantomeno incerta, complice forse la (triste) vicenda “Marò”, è stato approvato e pubblicato, in tutta fretta, dal Ministro dell’Interno il famoso decreto attuativo che detta le regole operative per rendere attuabile la protezione marittima antipirateria da parte di personale privato.
Il Decreto 28 dicembre 2012 n.266, consultabile qui, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.75 del 29 marzo 2013 ed entrerà quindi in vigore il 13 aprile 2013.
Questo Decreto, di fatto, stabilisce alcuni concetti chiave e per alcuni tratti rivoluzionari ed inconsueti per l’espletamento dei servizi armati da parte di privati.
Con questo articolo ci soffermeremo solo su un paio di punti che riteniamo fondamentali: la qualifica del personale e le armi impiegabili.
Qualifica del personale
Tutto il personale impiegato a bordo dei navigli e dedicato ad attività di contrasto alla pirateria dovrà:
- essere in possesso della qualifica di Guardia Particolare Giurata (G.P.G.)
- avere, preferibilmente, prestato servizio nelle Forze armate, anche come volontari, con esclusione dei militari di leva
- avere superato i corsi teorico-pratici di cui all’articolo 6 del decreto del Ministro dell’interno 15 settembre 2009, n. 154 (si tratta del corso a cui partecipa il personale destinato ai controlli di sicurezza portuali, aeroportuali, ecc. – Tale corso prevede un accertamento di idoneità da parte di un’apposita commissione nominata dal Prefetto competente)
- avere superato un corso di addestramento specifico per la particolare attività che si andrà a svolgere coordinato dal Ministero dell’interno, in collaborazione con il Ministero della difesa ed il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Il personale della difesa curera’, in particolare, l’addestramento nelle procedure di sicurezza a bordo nave e la formazione sulle procedure di comunicazione, rilasciando attestato di superamento del corso;
-
essere in possesso di porto di arma lunga per difesa personale.
Da quanto emerge dalla lettura dell’art.3, che abbiamo sintetizzato nei punti precedenti, è evidente come il personale da imbarcare dovrà essere particolarmente preparato per affrontare il delicato compito che gli verrà affidato, anche e soprattutto per le importanti responsabilità che ne conseguiranno. Riteniamo importante sottolineare l’aspetto della formazione che dovrà essere curato sulla base di programmi predisposti dalle autorità italiane, a cui spetta anche il conseguente accertamento finale delle competenze; riteniamo quindi che le varie certificazioni acquisite in Italia ed all’estero a seguito di corsi erogati da istituti di formazione privati non possano essere ritenuti sufficienti per l’ottenimento dell’abilitazione a svolgere questa attività; tale preparazione, tuttavia, potrà costituire un valido bagaglio di esperienze tecniche che arricchiranno il curriculum personale del “contractor” e che potranno rivelarsi certamente utili durante gli impieghi operativi, ma nulla di più.
Armi
Per quanto concerne l’impiego delle armi questo Decreto introduce una rivoluzionaria novità, ossia la possibilita, per la prima volta da parte di civili, di impiegari armi anche di tipo automatico, in particolare per lo svolgimento dei servizi di protezione, le armi impiegabili sono esclusivamente quelle portatili individuali, anche a funzionamento automatico, di calibro pari o inferiore a 308 Win. (7,62 x 51 mm).
Dato che questa tipologia di armi non è disponibile nelle comuni armerie, l’armatore dovrà essere autorizzato dal Prefetto all’acquisto ed alla custodia.
Ovviamente la possibilità di impiego di tale armamento è subordinata a tutta una serie di ulteriori adempimenti pratici ed operativi chiaramente definiti nel Decreto di cui sopra, al quale vi rimandiamo; ma la cosa che ci preme sottolineare è che l’impiego dell’armamento potrà avvenire unicamente nell’ambito dell’Art.52 del Codice Penale e cioè nel rispetto di tutti i canoni previsti per l’esercizio della legittima difesa.
Il disposto legislativo chiarisce poi le responsabilità dei vari “attori”, le attribuzione del Comandante, il deposito e l’impiego delle armi a bordo e a terra, le comunicazioni agli enti, ecc.
A questo punto pare che il governo abbia acceso la famosa “luce verde”, ora non resta che attendere che le compagnie private si adeguino ai requisiti previsti… attenderemo l’evolversi della questione… continuate a seguirci, o come si usa dire di questi tempi… Stay tuned!
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Finalmente un blog con i “piedi per terra” che dice le cose come stanno, senza vender fumo e documentando i post “leggi alla mano”. Continuate così!
Grazie Diego per le belle parole…
Buonasera,
quindi io che ho seguito un corso MSO in UK dovrò ricominciare da capo?
Buonasera Geronimo73,
il corso Maritime Security Officer che lei ha seguito in Gran Bretagna, come già accennato nel post, potrà esserle senz’altro utile durante i suoi impieghi operativi e per il suo curriculum professionale, ma attualmente il decreto di cui trattasi sembrerebbe non contemplare equipollenze o possibilità di conversione di brevetti e specializzazioni acquisiti all’estero. Escludendo future modifiche o integrazioni a questo testo di legge riteniamo che questa sia l’interpretazione più corretta.
Un saluto.
TacticalNet – Max
be lavoro Max ….:)
Grazie Fabio 😉
Ottimo articolo 😉
Grazie Giulia… Thanks!!
Ma tirategli con una browning a sti alìbabà
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Quindi
Quindi le certificazioni STCW accettate da tutti i Governi delle Nazioni che prevedono questo servizio a bordo dei mercantili da almeno 10 anni non verrebbero accettate da Roma..che da buona ultima arrivata si permette anche di creare delle regole e di “snobbare” le SOP di compagnie private battenti bandiere di Paesi ben più preparati del’ Italia. Il solito i ciuco para statale italiano..complimenti!
Buonasera Someone,
la materia è in continua e costante evoluzione; non è escluso che ciò che non sia previsto ora, possa essere preso in considerazione in seguito (mi riferisco alle equipollenze delle certificazioni da te indicate).
Per rispondere alla tua “nota polemica” mi permetto di esprimere il mio punto di vista a riguardo: “Roma”, o meglio lo Stato italiano, ritengo abbia tutto il diritto di “permettersi di creare delle regole” in materia, ci mancherebbe solo che uno Stato di diritto non potesse dettare regole in casa propria; ti dirò di più, con l’enorme quantità di sedicenti esperti in materia che millantano certificazioni ed esperienze di ogni tipo trovo che le regole imposte dai competenti ministeri possano solo rappresentare una garanzia nei confronti di chi vuole operare con professionalità e competenza. Considerato il compito delicatissimo che le GPG andrebbero a svolgere a bordo delle navi credo che lo Stato italiano abbia tutti i diritti di esigere che a bordo finisca personale da lui autorizzato ed in possesso di una formazione di base standardizzata, univoca ed approvata.
Un saluto
Massimo
Buonasera ,
riguardo le caratteristiche di formazione del personale che ” navigherà ” , addetto alla sicurezza e contrasto alla pirateria dovrà obbligatoriamente essere in possesso di tutti i corsi che necessitano per la navigazione ( STCW95 ) e non solo …..Il ministero dei trasporti in concerto con quello degli interni avranno il compito di provvedere alla certificazione di suddetto personale , che senza corso STCW95 non può navigare…nel dettaglio : non esiste persona che possa imbarcarsi su nave Italiana (per qualsiasi mansione ) senza essere iscritta alla gente di mare e quindi diventare possessore di libretto di navigazione e relativo corso STCW95 .
questo richiede ora il regolamento delle capitanerie di porto per il rilascio del libretto , l’equipollenza del brevetto preso all’estero e consentita e le capitanerie sono le uniche che possono eseguirla.
Detto ciò lo Stato italiano stà ancora valutando la formula per l’assunzione del personale ( il che non e facile per varie ragioni ) e la formula per rilasciare agli armatori la possibilità di acquisire la licenza di acquisto per armi da guerra ( questa e molto difficile da avere ) ….
concludendo ; di sicuro rimanderanno tutto quanto agli istituti di vigilanza che , per essere a norma con i requisiti richiesti dovranno sborsare fior di quattrini per le licenze del caso e per una seria formazione del personale da impiegare.
Chi vuole salire a bordo senza tutto questo ahimè deve appoggiarsi a ditte estere che da anni operano in quel campo …. a suo rischio e pericolo per la tutela legale e personale.
Ottima integrazione Fabio, grazie per il contributo.
Nella mia risposta mi riferivo ai corsi specifici per il particolare impiego previsto per le GPG
che attualmente non prevedono equipollenze. Il libretto di navigazione che, come giustamente ricordi tu, è un’altro requisito essenziale, segue una normativa a se che evidentemente prevede il riconoscimento di brevetti conseguiti all’estero. Ci scusiamo per la svista. Ancora grazie Fabio per aver corretto il tiro.
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